Storia

L‘isola di Levanzo affonda le sue origini nella preistoria, come dimostrano i ritrovamenti all’interno della Grotta del Genovese risalenti al paleolitico. La storia dell’isola si intreccia con quella dell’intero arcipelago delle Egadi e della Sicilia, subendo i medesimi avvicendamenti economici politici e culturali.

Durante il Paleolitico Levanzo, era unita a Favignana da un lembo di terra emersa. Nel 6000 a.c. con l’innalzarsi del livello del mare le popolazioni primitive che non conoscevano l’arte della navigazione si estinsero e gli unici abitanti che rimasero a popolare l’isola furono i piccoli mammiferi e gli uccelli.

Dopo secoli di silenzio si torna a parlare di Levanzo e delle Isole Egadi nel 1.200 a.c., risalgono a questo periodo i primi reperti storici.

I popoli che si avvicendarono in queste terre furono i Sicani, poi i Siculi, poi ancora i Fenici. Ai Fenici seguirono i Cumani, corsari e pirati del mare. Furono gli ateniesi a liberare le isole dai Cumani nel 415 a.c. Nel 404 a.c fu il turno dei Cartaginesi che invasero la Sicilia sotto il comando di Annibale Giscone.

Dopo un secolo e mezzo di dominazione cartaginese e le seguenti guerre puniche, nel 241 a.c. la Sicilia e così anche Levanzo e l’intero arcipelago delle Egadi venne conquistata dai Romani che governarono su queste terre per cinque secoli. Con la caduta dell’impero Romano d’occidente le isole divennero terra dei Vandali, nel 440, seguirono i Bizantini, scacciati dai Saraceni nel 827 i quali governarono per diversi anni.

Risale a questa dominazione l’edificazione della torre d’avvistamento di Pizzo Torre.

Case Florio
Case Florio
Case Florio e torre saracena
Grotta del Genovese
Grotta
Vista dall'interno della Grotta del Genovese

Dopo i Saraceni si susseguirono: Svevi, Angioini e gli Spagnoli.

Durante la dominazione di questi ultimi le isole conobbero anni molto bui. I saccheggiamenti da parte dei pirati erano all’ordine del giorno e la popolazione per sfuggire fu costretta a nascondersi nelle grotte. Nel 1637 gli spagnoli ormai in bancarotta si videro costretti a lasciare l’arcipelago e a cederlo al marchese di Genova Pallavicino. Così per le Egadi iniziò pian piano un periodo di leggero ma continuo progresso.

Con i Borboni il territorio venne rivalorizzato notevolmente e iniziò una graduale ripopolazione delle isole.

Tra la metà e la fine dell’800 le isole conobbero un clima di pace e benessere portato dall’arrivo della famiglia Florio. Le grotte vennero definitivamente abbandonate e gli abitanti si trasferirono definitivamente nei centri abitati.

I Florio contribuirono ad una notevole crescita economica basata sulla pesca dei tonni con il sistema delle tonnare, che videro il loro centro a Favignana, ma il distretto si distribuì in tutto l’arcipelago. Durante il ventennio fascista l’arcipelago venne utilizzato come luogo di confino per gli avversari politici.

Nel secondo conflitto mondiale, vista la posizione strategica, venero costruite delle fortificazioni militari per il controllo del mare. Alcune di queste oggi sono ancora presenti a Favignana.

 
 
 
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